In una foto della superficie lunare scattata nel 1966 dal Lunar Orbiter II, il professor William Blair del Boeing Institute of Biotechnology pensò di aver scoperto strutture molto simili agli antichi obelischi egiziani. Queste strutture, note in seguito come “cuspidi di Blair” sono tra le più famose e controverse anomalie lunari.
Il 2 novembre 1966 la NASA pubblicò una fotografia di una regione adiacente il bordo occidentale del Mare della Tranquillità scattata dal Lunar Orbiter II (numero di riferimento LO2-61H3) a circa 15,5 ° E 5.1 ° N. La foto attirò l'attenzione di William Blair del Boeing Institute of Biotechnology a causa di un certo numero di caratteristiche apparentemente anomale, soprattutto una serie di oggetti che proiettavano lunghe ombre in netto contrasto con quelle più corte generate dai massi presenti nella zona. Blair confrontando le ombre della foto con quelle create dagli obelischi egiziani si convinse che la foto mostrava una serie di guglie. Inoltre i sette oggetti sembravano disposti in modo geometrico, formando triangoli rettangoli ed isosceli ed accanto alle guglie si notava un'altra struttura che sembrava una trincea rettangolare erosa dal tempo.
Sembra che all’epoca la foto non avesse attirato più di tanto l’attenzione anche se era apparsa su alcune pubblicazioni. Una seconda foto del sito (numero di riferimento LO2-62H3), scattata circa 2,2 secondi dopo, fu trovata in seguito da Lan Fleming. In questa foto si vedeva che la più grande delle cuspidi, contrassegnata dal numero 5, era notevolmente più ampia alla base di quanto Blair avesse inizialmente supposto.
Osserviamo ora che è possibile calcolare l’altezza delle “cuspidi” in base alla lunghezza dell’ombra proiettata ed all’altezza del sole sopra l’orizzonte, la formula matematica corrispondente può essere espressa come Altezza = Lunghezza d'ombra × tangente di elevazione del sole. Poiché il più grande degli oggetti proietta un’ombra di 110 metri e l’altezza del sole è di 10,9 gradi, se ne deduce un’altezza di 21,2 metri. Questo calcolo però non è preciso poiché non tiene conto del fatto che le ombre non sono proiettate su una superficie perfettamente piana, infatti le mappe topografiche lunari indicano per quella zona una pendenza in salita verso ovest di circa 1-2 gradi; inoltre occorre considerare che il diametro angolare del Sole, visto dal sistema Terra-Luna è di circa mezzo grado.
Sulla base di queste considerazioni l’altezza della cuspide
va ridotta a circa 16,9 metri, inoltre l’oggetto si trova sul bordo di un
cratere molto eroso e l’ombra cade
completamente al suo interno. Un’analisi fotometrica eseguita da Lan Fleming suggerisce che l'altezza della cuspide è il 12% della lunghezza della sua ombra, in
altre parole 13,2 m. Questo implica che il suo profilo sia
grosso modo quadrato, non certo un obelisco,
il che non è affatto anomalo per un masso lunare.
Le restanti guglie, essendo più piccole, ricadono a maggior
ragione in questa casistica.
La seconda foto mette in evidenza che l’analisi di Fleming
non ha tenuto conto della pendenza del suolo e della distorsione delle
ombre: infatti l’ombra della cuspide più grande cade in parte all’interno di un
cratere eroso, identificato da Blair
come una trincea rettangolare.
La trincea, infatti, risulta essere un'illusione ottica causata dalla sovrapposizione
di due crateri estremamente erosi.
Tutto sommato, le affermazioni di Blair sulle guglie non
possono essere provate: anche se inizialmente la loro altezza è stata
sovrastimata, è evidente che si tratta di rocce di dimensioni insolitamente
grandi, anche se gli astronauti delle missioni Apollo hanno filmato da vicino
massi di dimensioni comparabili alle guglie, tuttavia non è vi è nulla nella
loro forma che possa suggerire la loro origine artificiale. Un discorso diverso
va fatto per la loro disposizione.
E' innegabile infatti che le cuspidi 4 e 6 formino la base
di tre triangoli isosceli con vertice rispettivamente le cuspidi 1 , 2 e 3,
mentre le cuspidi 1 , 3 e 7 formano un triangolo rettangolo ed infine le
cuspidi 4 e 5 formano la base di un triangolo isoscele vertice la cuspide 6.
Questa potrebbe essere la prova dell'origine artificiale del sito se simili
strutture fossero presenti altrove sul suolo lunare. Poiché questo sito è unico
ed inoltre la precisione geometrica della loro disposizione dipende dal punto
della superficie dal quale si effettua l'analisi, è molto probabile che si
tratti di una coincidenza. Infatti la disposizione di queste rocce rientra
ampiamente nelle probabilità matematica che lo schema geometrico si verifichi
per caso piuttosto che sia di origine artificiale.
Fonte: Bad Archaeology
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