Il portale dell'Universo Sconosciuto: Scienza & Mistero
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13/02/23

 

Sono poche le figure storiche famose come Alessandro III di Macedonia, comunemente noto come Alessandro Magno, che divenne re dell'antico regno di Macedonia nel 336 a.C. all'età di 20 anni e creò uno dei più grandi imperi dell'antichità, che si estendeva dalla Grecia all'India nord-occidentale. 

Le sue imprese e le sue conquiste sono state descritte da una moltitudine di scrittori al punto da farlo diventare una figura quasi leggendaria. Tra le tante storie che lo riguardano ce ne sono due che sembrano narrare incontri con oggetti volanti che oggi definiremmo UFO.

Il primo episodio sarebbe avvenuto nel 329 a.C., durante una campagna militare in Asia centrale; al calare della notte, mentre l'esercito di Alessandro Magno stava tentando di attraversare il fiume Iaxartes, oggi noto come Syr Darya, sarebbero comparsi "due grandi scudi d'argento, che sputavano fuoco intorno ai bordi" che avrebbero spaventato gli elefanti dei nemici, i cavalli dei macedoni e gli uomini di entrambi gli eserciti al punto da costringere gli eserciti alla ritirata ed a rimandare l'operazione al giorno successivo.

La fonte originale del racconto è lo storico macedone Aleksander Donski che lo ha riportato al famoso ricercatore e scrittore di UFO Frank Edwards che ha descritto l'episodio nel suo libro Stranger than Science (Più strano della scienza).

Quanto ci può essere di vero in questo racconto? Ben poco, lo storico Spencer McDaniel ha scritto: Edwards non cita alcuna fonte per nessuna di queste affermazioni ed è improbabile che ne abbia mai avute. La sua affermazione che l'esercito di Alessandro avrebbe visto "grandi scudi argentei splendenti" non trova riscontro alcuno in nessuna antica fonte storica e molto probabilmente è completamente inventata. Le fonti antiche sulle campagne di Alessandro menzionano sì gli "scudi d'argento", ma non in un contesto che potrebbe far pensare agli UFO. 



Un secondo episodio, risalente più o meno allo stesso periodo, è stato riportato dall'ufologo italiano Alberto Fenoglio, e sarebbe accaduto nel 332 a.C., nel bel mezzo dell'assedio di Tiro, durante la campagna contro i Persiani. 

Il racconto recita: "La fortezza non cedeva, le sue mura erano alte cinquanta piedi e costruite così solidamente che le armi degli assedianti non erano in grado di danneggiarle. Gli abitanti di Tiro disponevano dei più grandi tecnici e costruttori di macchine da guerra dell'epoca e intercettavano in aria le frecce incendiarie e i proiettili scagliati dalle catapulte sulla città. Un giorno, improvvisamente, apparvero sopra l'accampamento macedone questi 'scudi volanti', come erano stati chiamati, che volavano in formazione triangolare guidati da uno scudo molto grande, mentre gli altri erano più piccoli di quasi la metà. In tutto erano cinque. L'ignoto cronista narra che essi volteggiavano lentamente sopra Tiro, mentre migliaia di guerrieri di entrambe le fazioni stavano a guardarli con stupore. Improvvisamente dallo "scudo" più grande partì un lampo che colpì le mura, queste si sgretolarono, seguirono altri lampi e mura e torri si dissolsero, come se fossero state costruite di fango, lasciando la strada aperta agli assedianti che si riversarono come una valanga attraverso le brecce. Gli 'scudi volanti' si librarono sopra la città fino a quando non fu completamente presa d'assalto, poi scomparvero molto rapidamente, dissolvendosi presto nel cielo blu." 

Anche in questo caso non ci sono fonti antiche conosciute per questo resoconto, per cui c'è da chiedersi quanto possa essere veritiero. 

Ancora una volta, McDaniel fa un'analisi precisa del caso e dice: "L'unico passaggio antico che assomiglia anche solo vagamente a ciò che Fenoglio descrive si trova nelle Storie di Alessandro Magno 4.3.25-26 di Quinto Curzio Rufo. Scrive Curzio: "In effetti, [i Tiri] riscaldavano con molto fuoco scudi di bronzo che, riempiti di sabbia riscaldata e di terra bollente, lanciavano improvvisamente dalle mura della città. E nessuna piaga era più temuta di questa; infatti, quando la sabbia rovente penetrava tra la corazza e il corpo, nessun uomo riusciva a liberarsene e, tutto ciò che toccava, bruciava. E [i soldati], gettando via le armi e facendo a pezzi tutto ciò che poteva proteggerli, si esponevano alle armi nemiche, incapaci di reagire." 

Prosegue McDaniel: "Suppongo che questo passo menzioni tecnicamente gli scudi volanti durante l'assedio di Tiro, ma gli scudi sono scudi reali, letterali, fatti di bronzo e 'volano' solo perché gli abitanti di Tiro li lanciano contro i soldati di Alessandro dalle mura della città." 

L'assoluta mancanza di fonti storiche, e più in generale di qualsiasi evidenza o riscontro concreto, porta a pensare si tratti di un'invenzione o di un'interpretazione molto libera e distorta degli eventi storici;nonostante questo però la storia di Alessandro Magno e dei suoi UFO si è consolidata negli anni, e di tanto in tanto fa capolino nelle discussioni sugli avvistamenti di UFO nell'antichità (clipeologia). 

Fonte: Mysterious Universe


21/02/18

Sulla Ruta Nacional 5 in Argentina si verificano strani fenomeni

La Ruta Nacional 5 "Ingeniero Pedro Petriz" è un'autostrada argentina, lunga 545 km, che collega le province di Buenos Aires e La Pampa  
Due giovani che devono percorrere frequentemente questa strada per motivi di lavoro, hanno notato che nel tratto che unisce la città di Catriló a Santa Rosa si verifica uno strano fenomeno di alterazione temporale.
Secondo le loro testimonianze, raccolte nel blog del Centro Studi UFO (CEUFO) di La Pampa, in tre diverse occasioni stavano parlando e improvvisamente si sentivano disorientati; quando si sono ripresi, hanno scoperto di aver percorso diversi chilometri senza sapere come, senza consapevolezza o percezione dei fatti, e apparentemente senza consumare carburante.
"È molto sorprendente", ha detto Oscar "Quique" Mario, fondatore del CEUFO di La Pampa. "Abbiamo sempre mantenuto il profilo basso su questo tipo di cose", ha aggiunto.

Nella zona della Ruta Nacional 5 si sono verificati avvistamenti UFO

Mario ha detto che nella regione "vi sono molte manifestazioni di fenomeni UFO", e che sta indagando su questi eventi: "Stiamo cercando di capire se troviamo un qualche problema sconosciuto nei veicoli, stiamo perlustrando tutta l'area, in momenti diversi, per vedere se il fenomeno si ripete".
Secondo quanto riferito dai protagonisti della vicenda, "Essi percepiscono il fenomeno quando, una volta che si sono ripresi, si chiedono di cosa stavano parlando un attimo prima ed in quel momento si rendono conto che hanno percorso 30 chilometri. Notano che non ci sono consumi di carburante e che sembra che abbiano percorso quella distanza in un tempo piuttosto breve."
L'evento è avvenuto "nelle ore diurne", in una zona "aperta, pianeggiante", ed i protagonisti "non hanno notato niente di anomalo, neppure nel veicolo, non una luce, niente, non capisco come, ma quei chilometri praticamente li hanno percorsi inconsciamente", ha riferito Mario in una intervista telefonica.
"Non sappiamo cosa pensare: non era notte, non c'erano tempeste, non avevano alcun tipo di alterazione, sono ragazzi giovani, non sono visionari, ai testimoni sottoponiamo sempre un piccolo questionario e li valutiamo con uno psicologo per evitare possibili mistificazioni", ha detto l'ufologo.
Una possibile spiegazione razionale di quanto accaduto viene fornita dall’ufologo Rubén Morales: "Ci sono diversi tipi di fenomeni che hanno a che fare con la psicologia, come la paralisi del sonno, i fenomeni ipnotici, o la percezione che il tempo scorra in modo diverso dal normale. Sono fenomeni poco conosciuti, ma perfettamente naturali, sono nei limiti della psicologia e non coinvolgono gli extraterrestri".

21.2.18 No comments » by Admin
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20/02/18

La sera di mercoledì 31 maggio 2017 uno strano fenomeno è stato osservato nei cieli della cittadina di Bragado, una cittadina in provincia di Buenos Aires. Il resoconto di quanto è avvenuto è stato raccontato all'emittente Radio Fiesta FM 92.5 da Mauricio Senessi, un meteorologo del posto.
Senessi nell'intervista ha dichiarato che "Erano le 22:55 quando, guardando verso ovest, ho notato una nebulosa non molto grande che si spostava in direzione est, procedeva in direzione opposta al vento e la cosa più sorprendente era che aveva un punto centrale un leggermente più luminoso del resto della struttura".
Più tardi, il meteorologo ha potuto verificare che in quel momento la zona non era sorvolata dalla stazione spaziale internazionale o da qualche satellite meteorologico o aeroplano. Inoltre ha affermato che quando la nebulosa ha raggiunto un'altezza di 85 gradi da ovest, è rimasta ferma per 3 o 4 minuti, si è mossa di nuovo, si è fermata ancora per qualche minuto per poi iniziare a scomparire. Alla fine, il punto centrale ha lampeggiato due volte, ed ha iniziato a muoversi velocemente per poi scomparire definitivamente.
Senessi ha poi dichiarato: "Uno dei mie contatti su Facebook ha osservato lo stesso fenomeno alla stessa ora ed ha aggiunto che molte persone non lo hanno visto a causa del freddo. Inoltre in molti hanno segnalato situazioni anomale anche in Uruguay."
Sino ad oggi nessuna agenzia governativa e neppure il servizio meteorologico nazionale hanno chiarito questo fenomeno.
"E' sorprendente il movimento del fenomeno osservato, la nuvolosità non presenta questo comportamento ed inoltre il fenomeno è durato circa mezz'ora", ha concluso il meteorologo.

20.2.18 No comments » by Admin
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07/02/18

La misteriosa palla di fuoco sugli USA del 2 settembre 2014

Il 2 settembre 2014, verso le 22:30, oltre trenta persone dal New Mexico al Montana hanno riferito di aver visto una palla infuocata che sfrecciava attraverso il cielo, per poi dividersi in tre parti con strisce arancioni e rosse che le seguivano. L'American Meteor Society ha esaminato le varie testimonianze ed ha suggerito che la palla di fuoco poteva essere un satellite spia russo che precipitava e bruciava nell'atmosfera. 
Il 9 settembre, il portavoce del Ministero della Difesa russo Igor Konashenkov ha rilasciato questa dichiarazione: "Si può solo supporre che i rappresentanti della cosiddetta American Meteor Society fossero presenti quando hanno identificato un fenomeno luminescente in alto nel cielo come un satellite militare russo."

Un satellite russo della stessa classe del Kosmos 2495

Si tratta forse della classica "coda di paglia"?
Infatti quello che in realtà aveva affermato Mike Hankey, direttore operativo della American Meteor Society, era che gli oggetti si muovevano troppo lentamente per essere frammenti di meteoriti e che alcuni erano abbastanza grandi da apparire sul radar meteorologico del Wyoming. Invece il Comando Strategico degli Stati Uniti (USSTRATCOM) il 3 settembre aveva riferito che l'oggetto era il satellite spia russo Kosmos 2495 che era rientrato nell'atmosfera ed era stato ufficialmente rimosso dal catalogo satellitare degli Stati Uniti come oggetto dismesso.

Le traiettorie degli oggetti avvistati il 2 settembre 2014

Charles Vick, un analista aerospaziale, tramite il sito Web di informazioni militari Globalsecurity.org afferma che il Kosmos 2495 è stato lanciato nel  maggio 2014 per eseguire operazioni di ricognizione e riportare i filmati così ottenuti sulla Terra. 
Filmati di cosa? 
"Il satellite è stato avvistato sul New Mexico quindi non è difficile capire cosa", dice John Pike, direttore di Globalsecurity.org: "Tutti gli schieramenti di aerei, navi e carri armati, le fabbriche, le nuove strutture di intelligence, insomma tutta questa roba."
Tuttavia l'Aerospace Defence Forces (ADF), il gruppo russo responsabile della difesa aerea e spaziale, ha respinto le voci dei media statunitensi su un satellite militare russo che sarebbe esploso sopra gli Stati Uniti. "Il satellite Kosmos 2495 funziona normalmente ed è costantemente monitorato dalle forze di difesa aerospaziali russe", ha dichiarato il generale russo Igor Konashenkov, portavoce del ministero, secondo quanto riporta l'agenzia RIA Novosti.

Il rientro in atmosfera del Kosmos 2495

Ed infine c'è una strana storia, riportata da un certo Sorcha Faal sul sito WhatDoesItMean.com, il cui titolo è già tutto un programma "Satellite russo distrugge UFO nazista sul Colorado.". 
Secondo tale racconto le Forze di Difesa Aerospaziale Russe (ADF) avrebbero diramato un rapporto che affermava che il satellite Kosmos 2495, mentre stava eseguendo le sue "manovre di routine" per un rientro controllato a Orenburg Oblast in data 3 settembre, avrebbe incrociato sopra lo Stato americano del Colorado un "veicolo spaziale triangolare su orbita terrestre bassa" provvisto di contrassegni simili alle rune di tipo nazista, che successivamente sarebbe stato distrutto dai sistemi di "contromisura" del satellite russo.

Presunto UFO di forma triangolare

Ovviamente questa storia è talmente fantasiosa  e priva di qualsivoglia riscontro anche per essere solo lontanamente tenuta in considerazione. 
Oltretutto l'autore non sembra essere proprio il massimo dell'affidabilità, infatti secondo RationalWiki: "Sorcha Faal è il presunto autore di una serie ininterrotta di 'reportage' pubblicati sul sito WhatDoesItMean.com, la cui qualità è tale che i fautori della teoria del complotto non lo tengono in alcuna considerazione. C'è un'alta probabilità che Sorcha Faal sia in realtà David Booth, il proprietario del sito web o qualcuno che collabora con lui.".
Ricapitolando però i conti non tornano, infatti:
  • secondo l'American Meteor Society la misteriosa palla di fuoco non poteva essere un meteorite perché i frammenti si muovevano troppo lentamente
  • secondo l'Aerospace Defence Forces (ADF) non poteva essere il Kosmos 2495 perché affermano che il satellite è ancora in orbita e perfettamente funzionante

Ma allora di cosa si trattava ?
E chi sta mentendo in tutta questa storia?



7.2.18 No comments » by Admin
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23/10/17


Nel 1965, nel pieno della guerra del Vietnam, sarebbe avvenuto un vero e proprio scontro a fuoco tra le forze sovietiche di sostegno ai vietnamiti del nord ed un oggetto volante non identificato a forma di disco.
La notizia è stata pubblicata nel lontano 7 febbraio 1993 dal quotidiano torinese "La Stampa", l'articolo in oggetto cita il bollettino mensile interno del ministero della Difesa che era stato reso pubblico con il consenso del generale Viktor A. Prudnikov, comandante della difesa aerea.
Da questo documento si evince che il regime sovietico prendeva molto sul serio il fenomeno UFO, addirittura il comando della difesa contraerea aveva emanato una disposizione rigorosa: era assolutamente vietato fare fuoco contro gli oggetti volanti non identificati.


Questa disposizione, sempre secondo il bollettino in oggetto, era entrata in vigore a causa di un incidente verificatosi in Vietnam,ad Hanoi per la precisione, nell'estate del 1965.
Da premettere che all'epoca dei fatti la difesa contraerea di Hanoi era affidata a nove brigate missilistiche composte esclusivamente da militari sovietici. Secondo il resoconto, sui cieli della città apparve un oggetto volante a forma di disco, i militari via radio impartirono al velivolo l'ordine di atterrare immediatamente. Non essendoci stata alcuna risposta, la contraerea aprì il fuoco contro l'UFO che per tutta risposta emise un raggio laser che neutralizzò, rendendole inservibili, tutte le postazioni della difesa.
Di questa vicenda esiste anche una seconda versione ben più drammatica, riportiamo lo stralcio ripreso da una discussione, che a sua volta cita un’altra fonte adesso non raggiungibile,  su UFO - Mystery NetWork Forum: "La città era difesa dalle incursioni americane da una guarnigione della Difesa Aerea Sovietica, costituita da 9 postazioni missilistiche, dotate di missili 'Kub'. Tali postazioni erano dislocate a circa 25-30 km dalla città di Hanoi, in modo da impedire l'avvicinamento degli aerei USA alla città. Nel luglio del 1965 su una postazione comparve improvvisamente un enorme velivolo di forma discoidale del diametro di circa 300 metri. Dopo la sua improvvisa comparsa, tale velivolo rimase silenziosamente immobile sulla verticale della postazione ad una altezza di circa 10 km. Gli venne subito indirizzato il segnale di riconoscimento affinché si identificasse, ma l'UFO non reagì a tale segnale di richiesta di identificarsi. Il Comandante della postazione missilistica si mise immediatamente in contatto col suo Comando superiore, onde riferire su quanto stava accadendo. Riferì che si era in presenza di un oggetto discoidale che certamente non poteva essere americano, e chiese istruzioni. Dopo qualche minuto arrivò l'ordine: aprire il fuoco sull'obiettivo e abbatterlo. Al che prontamente dalla postazione partirono decine di missili terra-aria, ma col massimo stupore dei militari addetti ai lanci tutti i missili, nessuno escluso, esplosero ad una notevole distanza dall'oggetto, senza raggiungerlo e senza provocargli quindi il minimo danno. Dopodiché il disco argenteo indirizzò a sua volta come risposta su una delle postazioni un sottilissimo raggio di luce bluastra, sottile come un ago. L'intera postazione, costituita da tre installazioni missilistiche, dai radar di intercettazione e dalla centrale di puntamento dei missili venne trasformata in un ammasso informe di metallo fuso. Per quanto riguarda i militari addetti alla postazione, nessuno sopravvisse. Tutti i 200 addetti, stando alla fonte militare che rivelò il caso, perirono."


La fonte militare sarebbe l'ex ufficiale sovietico Mark Steinberg, in seguito trasferitosi negli Stati Uniti (da notare che, cercando in rete, l'unico risultato degno di nota è il professor Mark D. Steinberg specializzato in storia e cultura della Russia, che ovviamente non è esattamente un ex-ufficiale sovietico).
A suo tempo il quotidiano La Stampa contattò Mikhail Zakharchuk, il direttore del bollettino di informazione del ministero della difesa, il quale però dichiarò di non poter confermare l'accaduto (fonte: Universo7p).
Uno spunto interessante ci viene dato dallo scrittore, giornalista ed ufologo Alfredo Lissoni che su "Il populista" scrive: "In realtà, la storia dell’incidente UFO di Hanoi è da anni che gira negli ambienti ufologici internazionali. Chi scrive l’ha sentita raccontare dal regista Mario Gariazzo, affiliato nostrano ad uno dei più antichi club UFO americani, il NICAP (National Investigations Committee on Aerial Phenomena). Nel 1993 Gariazzo aveva tirato fuori la vicenda su La Stampa di Torino, per pubblicizzare un proprio film di fantascienza (peraltro poi mai terminato) ma quella rivelazione, all'epoca, suonò più come uno scoop pubblicitario." 
Anche se poi conclude "Oggi parrebbe invece, per bocca dei militari russi stessi, che qualcosa, in Vietnam, sia veramente accaduto, nel 1965."
La vicenda viene anche citata dal sito australiano Mysterious Universe che scrive che l'incidente era stato riportato dalla rivista russa Aura-Z e conclude: "questa vicenda, senza dubbio spettacolare, sembra essere una bufala ma è comunque intrigante."
23.10.17 No comments » by Admin
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02/02/17

Un fotogramma del filmato dell'UFO ripreso in Cile nel 2014

Il Cile ha declassificato l’avvistamento di un misterioso oggetto che è stato ripreso per circa 10 minuti dalla telecamera a raggi infrarossi di un elicottero militare, il singolare episodio è stato oggetto di uno studio da parte dell'aviazione civile che però non ha portato ad alcun risultato concreto.
Il 6 gennaio 2017 infatti il Comitato degli Studi sui Fenomeni Aerei Anomali del Cile (CEFAA) ha pubblicato un rapporto che descrive i risultati di un'analisi completa di un misterioso avvistamento UFO avvenuto più di due anni prima.
L'11 novembre 2014 un operatore della telecamera ad infrarossi FLIR montata su un elicottero Airbus Cougar AS-532, in volo di pattugliamento tra le località di San Antonio e Quinteros in Cile, ha rilevato uno strano oggetto volante che ha potuto seguire per circa 10 minuti prima che lo stesso scomparisse tra le nuvole. L'accaduto è stato confermato anche da due ufficiali dell'equipaggio.
In seguito ad ulteriori ricerche da parte di scienziati, analisti e tecnici aeronautici del CEFAA, è emerso che l'UFO, che aveva la forma di un elicottero e che in due occasioni sembrava emettere gas durante il volo, non è stato rilevato dai radar del Control de Tránsito Aéreo o da altri radar in tutto il paese.
Il Comitato, che a sua volta, fa parte della Direzione Generale dell'Aeronautica Civile del Cile, ha catalogato l'oggetto come 'FANI', fenomeno aereo non identificato, l'equivalente dell'italiano OVNI o del ben più noto inglese UFO.
Di seguito il filmato originale dell'oggetto ripreso dalla telecamera ad infrarossi dell'elicottero militare.(fonte)


In realtà però la spiegazione del fenomeno è arrivata qualche giorno dopo la pubblicazione del clamoroso presunto avvistamento: l'11 novembre 2014 l'elicottero della Marina militare cilena ha filmato due aerei di linea con relativa scia di condensazione aerodinamica: un Airbus A340 del volo IB6830, quello maggiormente ripreso e ritenuto un oggetto volante non identificato ed un Airbus A320 del volo LA300, ritenuto erroneamente dal CEFAA lo stesso oggetto non identificato che si ripresentava alla fine del video (fonte).


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06/12/16

Aereo De Havilland Dash 8-400

Il 14 novembre 2016 un aereo De Havilland Dash 8-400 della compagnia area canadese Porter Airlines, con a bordo 54 passeggeri e 4 membri dell'equipaggio, ha rischiato la collisione con un UFO.
Mentre il velivolo si trovava a quasi 3.000 metri di altezza ed era in fase di discesa, i piloti hanno rilevato un oggetto volante non identificato, privo di pilota, che veniva incontro a loro frontalmente e sono stati costretti ad eseguire un manovra evasiva per evitare la collisione. L'aereo è poi atterrato senza problemi all'aeroporto Billy Bishop di Toronto circa 11 minuti più tardi. Entrambi gli assistenti di volo sono stati portati in un ospedale.
La compagnia aerea ha riferito che l'equipaggio ha avvistato un oggetto nella loro traiettoria di volo a circa 9000 piedi ed inizialmente si è pensato che si trattasse di un pallone; nel debriefing è emerso che poteva trattarsi di un drone. L'equipaggio ha effettuato una manovra evasiva, che ha causato lievi ferite a due assistenti di volo.
La TSB, un'agenzia canadese per la sicurezza aerea, ha inviato un team di investigatori all'aeroporto Billy Bishop di Toronto per far luce su questo caso di rischio di collisione in volo, I piloti non hanno potuto confermare con certezza quale fosse la natura del misterioso oggetto volante.
Secondo le prime informazioni, l'aereo stava scendendo da una quota di circa 3.000 metri, quando i piloti hanno notato un veicolo aereo senza equipaggio (UAV) solido, di colore scuro, di circa 2,5 metri di diametro, che veniva incontro al loro aereo.
Per evitare la collisione, i piloti hanno eseguito una brusca manovra elusiva scendendo rapidamente di quota, con il risultato che un assistente di volo ha colpito il soffitto della cabina con la testa, mentre un altro è caduto facendosi male ad una spalla e stirandosi un braccio nel vano tentativo di evitare di perdere l'equilibrio. L'areo ha poi continuato la sua discesa ed è atterrato sulla pista 26 dell'aeroporto di Toronto. Non c'è evidenza che l'areo sia entrato in collisione con l'UFO, tuttavia è possibile che la brusca manovra possa avere sollecitato oltre misura il velivolo che per precauzione è stato messo a terra.
Il 21 novembre 2016 l'agenzia TSB ha dichiarato che l'areo stava scendendo da un'altezza di circa 2.500 metri, quando l'equipaggio ha notato un oggetto solido di circa 2 metri e mezzo di diametro, a forma di ciambella posta in posizione verticale, direttamente davanti a loro. Sembrava non esserci alcun movimento relativo e l'oggetto si avvicinava rapidamente al velivolo. Il capitano ha disattivato il pilota automatico per far scendere l'aereo rapidamente sotto l'oggetto, evitando così l'impatto. Gli assistenti di volo, che erano in fase di preparazione per l'atterraggio, non erano seduti ed hanno subito lievi ferite. Non ci sono stati feriti tra i passeggeri e nessun danno al velivolo. L'agenzia TSB non ha aperto alcuna indagine.


6.12.16 No comments » by Admin
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04/08/16

Il puntino luminoso avvistato nei cieli di Lodi

Nelle prime ore serali del 2 agosto 2016, sarebbe avvenuto un avvistamento UFO nei pressi di Lodi, in Lombardia nella bassa padana.
Secondo quanto riportato da alcuni giornali locali, "Nel tardo pomeriggio, al rientro dal lavoro, alcuni automobilisti hanno notato uno strano bagliore in cielo che escludono essersi trattato di un aereo o di un lampo. Affermano di aver visto un puntino visibile ad occhio nudo che è stato fermo per qualche minuto per poi ripartire a altissima velocità con una traiettoria a zig-zag, fino a sparire dalla vista."
Gli avvistamenti sarebbero avvenuti sopra Lodi, Corte Palasio e Caselle Lurani.

UFO sopra Lodi, Foto Alberto Quattrini e Mirko Villa

La dinamica dell'avvistamento: una sosta nel cielo seguita da una sparizione repentina con traiettoria a zig zag ha fatto ipotizzare a qualcuno che potesse trattarsi di un drone, tuttavia gli automobilisti non ne sono molto convinti.

Un'altra immagine del presunto UFO avvistato nel Lodigiano

Molti hanno anche ricordato che il 17 febbraio 2016, sempre nel Lodigiano, si era verificato un altro avvistamento.
Secondo le cronache locali: "Una palla di fuoco sarebbe stata vista in cielo da numerosi testimoni mentre scendeva verso terra. Questo evento sarebbe accaduto al tramonto e l'oggetto volante non identificato avrebbe lasciato in cielo una scia di fumo."
Secondo i testimoni, la palla infuocata si sarebbe diretta verso Milano, lasciando una scia bianca in cielo che è rimasta chiaramente visibile per un certo periodo di tempo. 

La palla di fuoco avvistata nel Lodigiano il 17 febbraio 2016


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09/07/16

Phobos, uno dei due satelliti di Marte

Il 28 marzo 1988 la sonda sovietica Phobos 2, in missione in orbita intorno a Marte, scomparve misteriosamente senza lasciare traccia. Ufficialmente la vicenda fu archiviata come incidente, tuttavia sin dal primo momento cominciarono a circolare strane voci sulle foto che la sonda aveva inviato sulla Terra prima che si perdessero i contatti. Queste immagini, definite dai tecnici russi "molto notevoli", avrebbero mostrato sulla superficie marziana l'ombra di "qualcosa che non dovrebbe esistere", inoltre l'ultima foto scattata dalla sonda non sarebbe stata resa pubblica perché definita "troppo sconvolgente". Facendo riferimento a questa foto in una conferenza stampa nel 1991 il colonnello dell'aeronautica russa Marina Popovich parlò del "primo indizio certo della presenza di un'astronave-madre aliena nel sistema solare".
La sonda Phobos 2 fu lanciata dall’Unione Sovietica il 12 luglio 1988, faceva parte del Programma Phobos che comprendeva anche la sonda gemella Phobos 1 lanciata cinque giorni prima, il 7 luglio.Benché si trattasse di un progetto sovietico, alla missione parteciparono altre 14 nazioni, tra cui Svezia, Svizzera, Austria, Francia, Germania Ovest e Stati Uniti d'America.

L’obiettivo principale del programma Phobos era ovviamente la prima esplorazione dell’omonimo satellite di Marte, inoltre erano previste l’analisi della corona e della cromosfera solare tramite la misurazione dell’intensità e della temperatura del plasma durante il viaggio di 120 milioni di km verso il pianeta rosso e lo studio dell’atmosfera, in particolare della ionosfera, e della superficie di Marte.
La sonda, lanciata con razzo vettore Proton, era di tipologia orbiter, cioè un veicolo spaziale progettato esclusivamente per studiare un corpo celeste orbitandovi attorno, senza atterrare sulla superficie dello stesso. Pesava 6200 kg ed era costituita principalmente da un modulo cilindrico pressurizzato per gli strumenti scientifici e da una struttura di base per i motori di navigazione ed il propellente.
La sonda Phobos2 era dotata, tra gli altri strumenti, di un Termoscan che avrebbe dovuto effettuare la mappatura termica della superficie di Marte e di due lander, veicoli che, a differenza degli orbiter, sono progettati per atterrare e sostare sulla superficie di un corpo celeste, che dovevano essere sganciati in prossimità del satellite di Marte per atterrare su due punti diversi della sua superficie. Il primo lander, denominato Hopper, avrebbe dovuto muoversi sulla superficie tramite un sistema a molla che praticamente gli consentiva di muoversi a balzi, il secondo chiamato "Penetrator" era invece fisso e avrebbe dovuto analizzare la composizione della superficie.
Infine, la sonda disponeva di un particolare sistema laser, detto Laser-D, che, nel momento di massimo avvicinamento al satellite ne avrebbe dovuto colpire la superficie per vaporizzare le rocce e permetterne così un’analisi spettroscopica.
Il 29 gennaio 1989 la sonda raggiunse Marte e si immise in orbita ellittica. A questo punto, guidata dalla Terra, si pose in orbita circolare ed iniziò le prime riprese.
Il programma prevedeva che la sonda si sarebbe avvicinata gradualmente sino ad arrivare a circa 35 km dalla superficie di Phobos in modo da dare inizio a tutti i complessi esperimenti di misurazione ed allo sgancio dei due lander.
Il 28 marzo, ormai alla vigilia della fase finale della missione, lo sgancio dei lander era stato pianificato per il 9 aprile, vennero persi i contatti a causa di un’avaria del sistema di assetto della sonda, forse causato da dati errati del radio altimetro.
L'agenzia di stampa ufficiale sovietica, la TASS, riportò in un comunicato che la sonda "aveva perso il contatto con la Terra dopo aver completato una serie di manovre attorno alla luna di Marte, Phobos. Gli scienziati non sono stati in grado di ripristinare il collegamento radio".
Tre mesi dopo, pressate dalle richieste di chiarimenti avanzate da tutte le agenzie spaziali straniere che avevano partecipato all'organizzazione della missione, le autorità sovietiche diffusero una specie di breve documentario realizzato montando una selezione delle immagini trasmesse dalla sonda negli ultimi momenti di contatto, prima della perdita improvvisa di ogni collegamento.
Da questo documentario sono estrapolate le foto seguenti. 

Linee misteriose sulla superficie di Marte visibili all'infrarosso


Questa prima immagine evidenzia una serie di linee diritte, alcune corte, altre lunghe alcune sottili, altre abbastanza larghe da assumere l’apparenza di rettangoli.
La particolarità di questa foto è che scattata da una camera ad infrarossi, pertanto le linee ed i rettangoli dovrebbero essere la rappresentazione di emissione di calore.
A tale proposito, il dottor John Becklake del London Science Museum definì la struttura come "assai enigmatica", definendo questa formazione di linee parallele e rettangoli una specie di ciclopico termosifone dato che coprono un’area di quasi quasi seicento chilometri quadrati di superficie marziana.
Secondo Boris Bolitsky, corrispondente scientifico di Radio Mosca, prima che si perdesse il contatto radio con "Phobos 2", la sonda trasmise verso la Terra alcune immagini di strutture descritte dai tecnici russi come "molto notevoli". Un articolo riportato dalla rivista inglese "New Scientist" l'8 aprile 1989 ne parla così: "Queste singolari strutture possono trovarsi o sulla superficie di Marte o negli strati inferiori dell'atmosfera marziana. Sono ampie 20/25 chilometri e non somigliano ad alcuna formazione geologica nota. Sono lunghe e sottili, e determinano interesse e sconcerto".

Ombra ellittica sulla superficie marziana


La seconda foto inquadra un’ombra ellittica sulla superficie di Marte che sembrerebbe proiettata da un oggetto di grandi dimensioni posto nell’atmosfera marziana.
Sempre secondo il dottor Becklake, l'ombra doveva appartenere ad un oggetto che si trovava "tra la sonda sovietica in orbita e Marte, perché è possibile vedere la superficie marziana sotto di essa"; e aggiunse che l'oggetto era stato ripreso sia dalla macchina fotografica ottica che da quella a raggi infrarossi, sensibile al calore.
Infine, all’epoca si parlava dell’esistenza di un'immagine trasmessa dalla telecamera di bordo, l'ultima prima dell'interruzione dei collegamenti, che era stata coperta dal segreto più assoluto perché "troppo sconvolgente".
Non si riesce a capire se quest’ultima fantomatica “immagine sconvolgente” sia la stessa che in seguito venne fornita ai giornali occidentali dal colonnello Marina Popovich, pilota e astronauta russa da sempre interessata ai fenomeni UFO. In una conferenza sugli UFO tenutasi nel 1991, la Popovich diede ai ricercatori presenti varie informazioni da lei fatte uscire "di contrabbando" dalla ormai ex Unione Sovietica. In particolare, parlò del "primo indizio certo" della presenza di un'astronave-madre aliena nel sistema solare".In base alle sue affermazioni, l'ultima immagine nota trasmessa da Phobos 2 sarebbe la foto di un'astronave gigantesca di forma cilindrica: una struttura enorme, lunga approssimativamente 20 chilometri e con un diametro di un chilometro e mezzo. Questa astronave-madre, dalla "tradizionale" forma a sigaro, sarebbe stata fotografata il 25 marzo 1989, mentre era collegata o "parcheggiata" vicino a Phobos, la luna marziana. Proprio dopo aver radiotrasmesso il "fotogramma" verso Terra, la sonda automatica sarebbe sparita misteriosamente, come se fosse stata distrutta o disattivata da un non meglio precisato impulso d'energia.

Un UFO vicino al satellite Phobos?

In questa foto si vede effettivamente il satellite Phobos con vicino un oggetto di forma allungata, che sembrerebbe cilindrica o sigariforme che dir si voglia.
Vediamo ora di capire quanto siano attendibili le notizie riportate.
Dovremo esaminare i seguenti punti:

1. Verificare anzitutto se le foto sono reali e, in caso affermativo, analizzare cosa si vede effettivamente nelle stesse, se possono essere formazioni naturali oppure effetti ottici

2. Capire se è mai andato in onda il documentario dal quale sono estrapolate le foto

3. Se Boris Bolitsky, corrispondente scientifico di Radio Mosca esiste veramente ed ha fatto quelle affermazioni

4. Se il dottor John Becklake esiste veramente, lavora (o ha lavorato) al London Science Museum e se gli si possono attribuire le affermazioni di cui sopra sulle foto

5. Se il colonnello Marina Popovich, pilota e astronauta russa esiste veramente ed è effettivamente un colonnello (od ex-colonnello) pilota e astronauta e se effettivamente ha rilasciato quelle dichiarazioni

Cominciamo con prima la foto con relativo ingrandimento.

Hydraote Chaos



Questa foto può benissimo rientrare nella categoria di tante anomalie, come la famosissima faccia di Cydonia o altre presunte strutture artificiali che poi, ad un’analisi approfondita, si sono rivelate semplici formazioni naturali. Ricordo che le immagini con una risoluzione inferiore oltre a mostrare meno dettagli tendono a creare anche regolarità là dove non ci sono a causa degli algoritmi stessi che sono alla base delle trasmissioni e della codifica dei dati. In altre parole, si tratta di foto di qualità non eccelsa come si può chiaramente evincere dalla presenza di pixel grossolani.
Esaminandole più attentamente si vede che le linee non sono poi così regolari, effettivamente con un poco di fantasia, potrebbero ricordare la pianta di una città, tuttavia ripeto che la foto è troppo a bassa risoluzione per essere presa in considerazione.
Da altre fonti ho scoperto che il frame inquadra una porzione di una regione denominata Vallis Marineris Canyon System e che lo stesso frame è stato utilizzato per un’altra bufala: la città di Hydraote Chaos, per maggiori informazioni visitare questo indirizzo.
Ombra di Phobos sulla superficie marziana

Questa immagine invece altro non è che l’ombra del satellite Phobos proiettata sulla superficie marziana, la stessa immagine si vede in quest'altra foto molto più recente scattata nel 2005 dal Mars Express.

Ombra di Phobos sulla superficie marziana, foto del 2005

Il link originale è questo, e direi che su questa immagine non c’è molto altro da dire se non che il vero mistero è che sia stata spacciata per un mistero e scusatemi il gioco di parole.

Passiamo ora alla foto più famosa, l'ultima che dovrebbe rappresentare una gigantesca astronave aliena lunga 20 chilometri.
L'ultima foto della sonda Phobos 2

Già questa affermazione di per sé è molto azzardata, poiché non c’è modo di stabilire con precisione le dimensioni di un oggetto catturato dalla macchina fotografica se non ricorrendo a calcoli di triangolazione con altri oggetti di dimensioni e distanza noti, tutte le altre considerazioni che si possono fare sono solo supposizioni arbitrarie prive di qualsiasi fondamento.
Tuttavia il punto è un altro: non si tratta di un oggetto reale, bensì di un artefatto digitale dovuto probabilmente ad un difetto di trasmissione o ad un difetto dei sensori.
Infatti ho trovato questo articolo che mi è sembrato molto serio, dove l’autore spiega di aver visto una lunga sequenza di foto scattate dalla sonda al satellite Phobos su diverse frequenze dello spettro ottico.
L’autore indica questo link che però non è più valido, per cui personalmente non sono riuscito a trovare le immagini originali, tuttavia la fonte mi sembra veramente attendibile perché stiamo parlando del sito ufficiale dell’organizzazione The Planetary Society fondata nientemeno che dal grande scienziato e divulgatore Carl Sagan.
Nel frame seguente è rappresentata tutta la sequenza delle foto, scattate all’infrarosso, dove compare un artefatto digitale, la nostra astronave, che compare in tutte le foto con dimensioni diverse; dalla sequenza emerge chiaramente che si tratta di un difetto ottico, magari un problema di trasmissione dei dati. L’artefatto inoltre compare anche in immagini scattate a febbraio, quindi un mese prima della scomparsa della sonda.
Sequenza di foto all'infrarosso scattate dalla sonda Phobos 2

La foto seguente è una particolare immagine di questa sequenza, secondo l’autore si tratta dell’immagine 2550033 che è stata scelta non a caso per diffondere la bufala, dico “secondo l’autore” perché non sono riuscito a trovare la sequenza originale, se qualcuno riesce a trovare queste foto non esiti a contattarmi.
Infine se qualcuno nutre ancora qualche dubbio sulla veridicità di tutta la storia, basta che guardi la data riportata sulla famigerata “ultima foto”: indica chiaramente il 25 marzo 1988, cioè tre giorni prima che si perdesse il contatto !

Immagine 2550033: artefatto digitale

Vediamo che già con la sola analisi delle immagini siamo rapidamente giunti alla conclusione che si tratta di una bufala montata ad arte tramite alcune foto ed alcune dichiarazioni, o presunte tali, di personaggi più o meno autorevoli; andiamo però avanti esaminando anche i nomi coinvolti in questa storia.

Cominciamo con il corrispondente di radio Mosca Boris Bolitsky: in rete non sono riuscito a trovare nient’altro su questo nome che non sia collegato alle sue affermazioni su Phobos 2, come detto sopra se qualcuno riesce a trovare informazioni a riguardo può scrivere tranquillamente, anzi ogni informazione è sempre ben accetta.

Su John Becklake ho trovato informazioni a questo indirizzo.
Non sono sicuro di aver tradotto alla perfezione, ma grosso modo le informazioni sono le seguenti: ha studiato alla Exeter University conseguendo una laurea in fisica ed un dottorato in Fisica dell’Atmosfera; dopo aver terminato gli studi nel 1967 ha lavorato nell'industria per diversi anni prima alla EMI e poi alla Marconi Space e Sistemi di Difesa. E’ entrato nello Science Museum di Londra nel 1972 come "curator of Space and Modern Technologies" che potremmo tradurre come addetto delle tecnologie spaziali e moderne. Ha occupato questo posto per oltre venti anni fino a quando è andato in pensionamento anticipato come “Head of Engineering” nel 1994.
Dopo questa data ha lavorato come freelance nel settore della pubblicazione collaborando inoltre con la British Interplanetary Society e con il Observatory Science Centre di Herstmonceux.
Siamo quindi di fronte ad uno studioso di una certa rilevanza e competenza.

A questo punto sembra che effettivamente nel settembre 1989 sia andato in onda sull’emittente TV inglese Channel 4 un documentario sulla vicenda del Phobos 2 dove sono andate in onda le foto 1 e 3 e dove il dottor Becklake faceva le sue affermazioni.
In rete ho trovato il video seguente dove il dottor Becklake compare intorno al minuto 3:35, sarebbe interessante che qualcuno lo traducesse per confermare o smentire quanto riportato. Mi sembra strano però che uno studioso di questo calibro si sbilanci su una foto a così bassa risoluzione e su un’altra che riporta l’ombra di Phobos.


Questo ci porta al punto 2: capire se è mai andato in onda il documentario dal quale sono estrapolate le foto. Secondo le informazioni trovate è andato in onda nel mese di settembre del 1989 e dovrebbe essere effettivamente il video di cui sopra, tuttavia questa informazione non è certa.
Vediamo infine chi è Marina Popovich, traducendo in italiano quanto riportato sull’edizione inglese di wikipedia: “Marina Popovich (Mari'na Lavre'ntievna Popo'vich, nata Vasi'liyeva) è nata il 20 luglio 1931 a Leonenki, Smolensk Oblast ed è un ex colonnello dell'aeronautica Sovietica, ingegnere e leggendario pilota collaudatore sovietico che detiene 107 record mondiali aerei ottenuti con oltre 40 tipi di velivoli. E’ uno dei piloti più famosi della storia russa, e uno dei piloti più importanti di tutti i tempi. Marina Vasilieva è stata un pilota dell'Air Force sovietica e dal 1964 anche un pilota collaudatore militare. Ha scritto nove libri e due sceneggiature. Tra le tante onoreficenze, è stata premiata come Eroe del Lavoro Socialista, e le è stato conferito l'Ordine del Coraggio da Vladimir Putin in persona nel giugno 2007.”

Il Colonnello Marina Popovich

Sembra quindi che abbiamo di fronte una specie di eroe nazionale, quindi una persona di tutto rispetto che però a quanto si legge nei vari siti ufologici, una volta andata in pensione ha sposato la causa dell’ufologia.
Magari presa da questo entusiasmo nel 1991 in una conferenza stampa ha presentato la foto 5 senza rendersi prima conto che si trattava di un artefatto digitale, un difetto di trasmissione come visto sopra.
In conclusione:

1. Le foto sono reali, ma la prima è a una risoluzione così bassa da non essere significativa, la seconda non è altro che l’ombra di Phobos sulla superficie marziana e la terza è un difetto di trasmissione.

2. Il documentario originale, o comunque un suo spezzone, dovrebbe essere andato in onda nel settembre del 1989 sul canale inglese Channel 4.

3. Su Boris Bolitsky non sono riuscito a trovare nulla

4. Il dottor John Becklake esiste veramente ed ha lavorato al London Science Museum, devo però capire cosa ha effettivamente affermato in merito alle foto dell'ellisse e delle linee squadrate, sarebbe gradito un aiuto in merito

5. Il colonnello Marina Popovich è un personaggio reale, anzi un eroe nazionale russo, tuttavia il fatto che sia un’ufologa convinta non garantisce la sua imparzialità e rimane sempre il problema che non si è resa conto che la famosa "ultima foto" riportava semplicemente un artefatto digitale.

In definitiva credo che possiamo affermare che il mistero del Phobos 2 in realtà è una delle tante “balle spaziali” che circolano in rete.

08/06/16


Sembra che la zona vicino all'aeroporto di Istanbul sia diventata un sito di (presunti) avvistamenti di UFO: due piloti delle Turkish Airlines affermano infatti di aver avvistato un oggetto sospetto non identificato, apparentemente un UFO provvisto di luci verdi, che passava sopra il loro areo, un Boeing 737-800.
L'"incidente del disco volante", come è stato prontamente battezzato l'episodio, ha avuto luogo giovedì 19 maggio 2016. L'aereo di linea, volo TK2525,  viaggiava dalla città turistica di Bodrum, nella Turchia occidentale, verso Istanbul, al momento dell'avvistamento si trovava ad un'altezza di circa 5.100 metri.


"Un oggetto volante non identificato con luci verdi è passato 2-3000 piedi (da 600 a 900 metri circa) sopra di noi per poi sparire all'improvviso. Pensiamo che si trattasse di un UFO" hanno detto i due piloti al centro di controllo del traffico aereo dell'aeroporto Atatürk di Istanbul, come riportato dallo Hürriyet Daily News. L'aereo è poi atterrato all'aeroporto Atatürk di Istanbul, il più grande di tutta la Turchia, circa 30 minuti più tardi.
Nel frattempo, la Direzione Generale dell'Autorità degli Aeroporti di Stato ha dichiarato all'Hürriyet Daily News che sui radar non è stato segnalato alcun oggetto che possa somigliare a quanto descritto dai piloti.

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18/05/16

Un fotografo cattura le immagini di una flotta di 14 UFO sopra Madrid

L'episodio seguente è da considerarsi davvero emblematico riguardo quello che sta diventando l'ufologia ai giorni nostri a causa della ricerca affannosa del sensazionalismo e dello scoop a tutti i costi.
Secondo il Daily Mirror, nell'ottobre del 2014 un fotografo avrebbe catturato le immagini di una flotta di UFO che si librava nei cieli sopra la Spagna, più precisamente sulla capitale Madrid.
Nell'articolo si legge che Karl Jennings, irlandese, dichiara di aver preso le immagini in pieno giorno alle 17:00 del 27 ottobre 2014, mentre si trovava nel centro di Madrid.
Egli insiste sul fatto che le fotografie non sono state alterate in alcun modo ed è convinto che questi oggetti bizzarri non sono uccelli o aerei, ma piuttosto "una flotta di 14 oggetti non identificati a forma di bastone."
Secondo Karl, le strane forme sono rimaste visibili per 90 secondi, prima di scomparire dietro alcuni edifici alti.

Karl in totale ha individuato 14 oggetti volanti non identificati, qui riportati a vari livelli di ingrandimento

Nell'intervista ha riferito che gli oggetti "fluttuavano con la parte illuminata rivolta verso il basso. Hanno accelerato, hanno ruotato nel senso della lunghezza, si sono capovolti ed avevano delle luci così brillanti da risaltare anche alla luce del giorno."
"Non avevano ali, non emettevano alcun suono, non avevano eliche, non emettevano fumo e non lasciavano scie."
"La mia migliore stima approssimativa è che erano ad una quota di 8 km e che ciascuno di essi era lungo dai 3 ai 5 metri", ha continuato.
Osserviamo che, in assenza di qualsiasi punto di riferimento e non conoscendone la natura, non è possibile stabilire se un oggetto è lungo 5 metri e si trova ad un’altezza di 8 km, oppure se è lungo 50 cm e si trova ad un’altezza di 800 metri. Pertanto questa stima è da considerarsi puramente soggettiva.
Come paragone, ha anche fotografato un aereo della Air Berlin, con la stessa fotocamera e con le stesse impostazioni, venti minuti dopo "l’avvistamento UFO".

Aereo della Air Berlin, fotografato 20 minuti dopo l'avvistamento UFO

Karl dichiara anche di aver consultato alcuni esperti di fotografia e tecnologie digitali che hanno verificato che non si trattava di uccelli, ma non hanno potuto fornire alcuna spiegazione sulla reale natura degli oggetti.
A questo punto c'è da interrogarsi seriamente sulla preparazione di questi presunti (e fantomatici) "esperti", visto che si tratta invece proprio di uno stormo di uccelli, il cui bianco piumaggio riflette altamente la luce solare determinando l'equivoco che si tratti di oggetti metallici luminosi.
Si faccia infatti il paragone con il video seguente (gentile segnalazione di UFO of Interest) e si traggano le dovute (e doverose) conclusioni:

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12/05/16

Una raffigurazione immaginaria dello schianto dell'UFO di Aurora

Il 17 aprile 1897, circa sei anni prima dello storico volo dei fratelli Wright, ad Aurora, una piccola cittadina del Texas sita a nord ovest di Dallas, si sarebbe schiantato un oggetto volante non identificato ed il corpo dell'essere che lo pilotava sarebbe stato sepolto in una tomba anonima nel cimitero locale.
La notizia dell'incidente fu pubblicata sul quotidiano Dallas Morning News del 19 aprile 1897 firmata da un certo S.E. Haydon e riportava che: "verso le sei del mattino gli abitanti di Aurora sono rimasti allibiti dall'apparizione della misteriosa aeronave che da qualche settimana viene regolarmente avvistata nei cieli della zona. Viaggiava in direzione nord ed era molto più vicina al suolo di quanto fosse accaduto in precedenza. Evidentemente i suoi macchinari erano in avaria poiché non superava la velocità di dieci-dodici miglia orarie perdendo gradualmente quota. Ha superato la piazza ed una volta raggiunto il limite nord della città è entrata in collisione con il mulino a vento sulla proprietà del giudice Proctor andando in mille pezzi con un'esplosione terrificante, distruggendo il mulino ed il serbatoio dell'acqua e spargendo i detriti su diversi ettari di terreno. Sembra che a bordo dell'aeronave vi fosse un solo occupante e malgrado i suoi resti siano stati dilaniati dall'esplosione, è evidente che non si tratta di un abitante di questo mondo. Il signor T.J. Weems, ufficiale telegrafista dell'esercito e una vera autorità in materia di astronomia ritiene che il pilota provenga da Marte. Alcuni frammenti di carta rinvenuti sul luogo della sciagura, probabilmente resti del giornale di bordo, sono pieni di geroglifici indecifrabili.
L'aeronave è andata quasi totalmente distrutta ed è impossibile formulare qualsiasi ipotesi in merito alla sua costruzione ed alla forza che la faceva muovere. Era costruita con un metallo sconosciuto simile ad una lega di alluminio ed argento e doveva pesare diverse tonnellate. La città oggi è piena di curiosi accorsi a vedere il relitto ed a raccogliere frammenti dello strano metallo dalle macerie. Il funerale del pilota si svolgerà domani a mezzogiorno."

L'articolo originale del Dallas Morning News scritto da S.E. Haydon

S.E. Haydon era un reporter occasionale la cui principale attività era quella di commerciante di cotone.
Nell'articolo l'aeronave veniva descritta come un enorme oggetto metallico a forma di sigaro e questo episodio sembra che giungesse al culmine di una serie di avvistamenti di oggetti volanti che in quel periodo stavano interessando tutto il territorio degli Stati Uniti.
Tuttavia nessuno degli altri giornali che in quel periodo parlavano di avvistamenti di oggetti volanti a forma di sigaro riportò notizia del funerale dell'"astronauta" di Aurora oppure di qualsiasi altro evento legato a questo episodio e nessuno dei frammenti di metallo che erano stati raccolti dalla folla di cittadini curiosi accorsi sul luogo dell'incidente fu mai analizzato o esposto in qualche museo locale e lo stesso dicasi dei frammenti di carta "pieni di geroglifici indecifrabili".
In seguito l'ondata di avvistamenti andò affievolendosi e l'episodio di Aurora finì nel dimenticatoio insieme a tutte le altre storie sulle aeronavi a forma di sigaro.
La storia fu rispolverata verso la metà degli anni sessanta quando gli Stati Uniti erano interessati da un'altra ondata di avvistamenti, solo che questa volta al posto dei sigari volanti vi erano i dischi volanti.
Sulla vicenda dell'ufo-crash di Aurora indagarono nel 1967 Donald B. Hanlon ed un giovane Jacques Vallee astronomo francese nonchè informatico e scrittore di fantascienza, che in seguito sarebbe divenuto un'autorità in campo ufologico. Sul caso fu coinvolto anche il Dr. J. Allen Hynek, astronomo della Northwestern University, mentore di Vallee e consulente del Project Blue Book.
Su quella che era stata la proprietà del giudice Proctor, il luogo del presunto schianto, sorgeva adesso una stazione di servizio. Il suo proprietario, Brawley Oates, non era in grado di confermare o smentire la storia, tuttavia invitò i ricercatori a parlare con Oscar Lowery di Newark, già residente ad Aurora ed undicenne all'epoca dei fatti.
Lowery disse che l'incidente in realtà non era mai avvenuto ed era del parere che tutta la vicenda fosse stata inventata di sana pianta da Haydon per trasformare la città in una specie di attrazione turistica, Haydon infatti viveva ad Aurora ed era preoccupato per il destino della città che in quel periodo attraversava una profonda crisi. T.J. Weems, l'ufficiale telegrafista esperto di astronomia citato nell'articolo, in realtà era un fabbro che non sapeva nulla di astronomia; sulla proprietà del giudice Proctor non vi era mai stato un mulino a vento ed infine molte persone del posto sapevano benissimo che la storia era una burla perché ne avevano parlato direttamente con Haydon.
Aggiunse che era stato già visitato da circa una ventina di persone che volevano notizie sull'incidente e tra questi vi erano diversi giornalisti, uno di questi gli aveva addirittura offerto una somma di denaro per confermare l'evento, ma lui aveva rifiutato.
Si appurò anche che il cimitero locale era amministrato dall'ordine massonico che aveva tenuto attenta traccia di tutte le sepolture e non risultava alcuna tumulazione nel giorno indicato dall'articolo e non vi era nemmeno traccia di una tomba sconosciuta che avrebbe potuto ospitare i resti del pilota dell'areonave.


In base a queste ricerche  Hanlon e Vallee liquidarono il caso come un falso ufologico.
Alle stesse conclusioni giunse nello stesso periodo il dr. Alfred E. Kraus, direttore del Kilgore Research Institute presso la West Texas State University. Kraus intervistò Oscar Lovery ascoltando la medesima versione dei fatti e addirittura esplorò il luogo dello schianto con un metal detector trovando vecchi oggetti come coperchi di stufe, anelli per briglie da cavallo, ma nessuna traccia dei frammenti del metallo sconosciuto che si dice avessero ricoperto l'area dello schianto.
C'erano pertanto tutti gli elementi per archiviare definitivamente il caso come una burla organizzata da S.E. Haydon, tuttavia il caso era ancora ben lungi dall'essere chiuso: questa storia era troppo intrigante per finire nel dimenticatoio.
Qualche anno dopo infatti la vicenda incuriosì Bill Case, un aviatore che scriveva per il Dallas Times Herald, il quale visitò più volte Aurora per svolgere le sue ricerche e, a partire dal marzo 1973, iniziò a pubblicare una serie di articoli sull'argomento che suscitarono interesse a livello nazionale.
Case per prima cosa intervistò Brawley Oates, il proprietario della stazione di servizio che sorgeva sul luogo dello schianto. Quando era avvenuto l'incidente Oates non era ancora nato e, come si è visto nella prima parte, durante le inchieste del 1967 non aveva confermato o smentito l'incidente. A Case invece riferì che aveva sempre sentito parlare di questa storia e, benché non credesse all'esistenza degli Ufo, riteneva che qualcosa doveva essere realmente accaduto. Disse anche che nel 1945 aveva contribuito a sigillare il pozzo che sorgeva sotto il mulino del giudice Proctor e durante questo lavoro aveva trovato un gran numero di frammenti di metallo grossi quanto un pugno, tuttavia non ci aveva fatto caso e li aveva buttati via; su quel luogo poi era stato costruito un pollaio.
Nel maggio del 1973 giunse ad Aurora un sedicente "cacciatore di tesori di grande esperienza" di nome Frank N. Kelley che con il suo metal detector esaminò la presunta zona dell'impatto ed il cimitero locale. Kelley riferì poi a Case di aver trovato una serie di frammenti di metallo nella zona dell'incidente e ne consegnò alcuni esemplari che una volta analizzati furono definiti "molto interessanti". Kelley disse anche che in una zona remota del cimitero il metal detector aveva rivelato qualcosa di insolito nel sottosuolo e lui era convinto che si trattasse della tomba dell'astronauta che magari indossava una tuta composta dalla stessa lega del metallo sconosciuto del quale erano composti i frammenti da lui trovati.
Nel frattempo Case nei suoi articoli riportava testimonianze di diverse persone anziane del luogo che avevano visto o comunque avevano sentito parlare dell'incidente. Una di queste era la novantunenne Mary Evans che confermò tutta la storia aggiungendo che i suoi genitori le avevano proibito di recarsi sulla località dello schianto, loro invece si erano recati sul posto ed avevano visto i resti della aeronave e dell'umanoide ed il funerale di quest'ultimo si era svolto il giorno stesso; un altro testimone, l'ottantatreenne C.C. Stephens, che all'epoca dei fatti aveva sette anni, raccontò che suo padre aveva visto un dirigibile la cui coda aveva preso fuoco e che poi si era sentita una forte esplosione ed i frammenti metallici erano stati disseminati per i campi. Altri testimoni, che vollero rimanere anonimi, affermarono che potevano portare Case sul luogo della tomba e che quell'informazione l'avevano ottenuta da un uomo di novant'anni troppo fragile per poter viaggiare.
In base a queste indicazioni fu individuata anche la lapide della tomba dell'astronauta che consisteva in una roccia di arenaria con una rozza rappresentazione di navicella spaziale, la navicella però era così stilizzata da sembrare una crepa nella roccia, cosa che in realtà molte persone sostenevano che altro non fosse.

Una foto della presunta lapide dell'astronauta

Case intanto aveva continuato a scrivere articoli che di volta in volta rivelavano nuovi sensazionali dettagli sulla vicenda di Aurora, ma la storia del ritrovamento della tomba dell'astronauta con la presenza di metallo al suo interno rilevata dal metal detector di Kelley fece accorre ufologi da ogni parte degli Stati Uniti e non solo, che chiedevano il permesso di scavare nel cimitero locale. A questo punto ci fu un clamoroso colpo di scena: l'articolo di Case del 4 luglio 1973 infatti denunciava che la lapide era scomparsa ed il metallo contenuto nella tomba era stato estratto tramite un cunicolo largo 7 cm che comunque non aveva minimamente danneggiato la tomba, in pratica erano state trafugate le prove fondamentali della veridicità di tutta la storia.
Case era furioso sia perché non gli era stato dato subito il permesso di scavare che per il fatto che non si era pensato di mettere in sicurezza la tomba dell'astronauta; d'altra parte le autorità di Aurora erano preoccupate dal crescente numero di visitatori che spesso avevano spezzato e prelevato pezzi di lapidi come souvenir. Per evitare il rischio di ulteriori profanazioni pertanto si decise di vietare qualsiasi indagine nel cimitero e negare qualsiasi permesso di riesumazione.
Questo episodio segnava la fine delle indagini sull'incidente di Aurora, ed anche in seguito le autorità locali continuarono a negare ad organizzazioni ufologiche come il MUFON (Mutual UFO Network), che aveva supportato Case durante tutta l'inchiesta, il permesso di scavare nel cimitero. Nel frattempo continuarono le visite dei curiosi che cercavano qualche indizio in quello che si supponeva fosse stato il luogo dell'impatto, ovviamente tutte le ricerche successive ebbero esito negativo.
D'altro canto cominciavano ad emergere alcuni particolari che minavano la credibilità delle rivelazioni di quegli ultimi mesi. Tanto per cominciare, il cacciatore di tesori Frank N. Kelley era irreperibile e si scoprì che il suo indirizzo e numero di telefono erano falsi e che nessuno nell'ambiente dei cercatori di tesori ne aveva mai sentito parlare, inoltre i pezzi di metallo trovati, sottoposti ad altre analisi indipendenti, si rivelarono essere comuni frammenti di alluminio ed in ogni caso erano troppo ben conservati per risalire all'epoca dello schianto, sembrava che qualcuno li avesse sparsi apposta nel luogo dove poi erano stati ritrovati. Era evidente che il sedicente Frank N. Kelley aveva cercato di raggirare il reporter Bill Case ed in generale di screditare il lavoro di tutta l'equipe del MUFON.


Per quanto concerne i testimoni, Mary Evans in una intervista successiva aveva affermato che il senso delle sue parole era stato travisato ed anche C.C. Stephens insisteva che non aveva mai detto che suo padre aveva effettivamente visto il dirigibile, ma tutto ciò che aveva visto lui personalmente nel 1897 era stato un incendio: "Ho pensato che fosse una casa che stava bruciando."
In sostanza nel 1973 era stato montato un caso mediatico che alla fine aveva mostrato tutta la sua inconsistenza: i testimoni erano quasi tutti ultranovantenni che insistevano a dire che le loro parole erano state fraintese e modificate per creare ad arte lo scoop, i frammenti di metallo trovati da Kelley erano comuni pezzi di alluminio, nessun frammento di metallo sconosciuto fu mai trovato, nessuna traccia dei pezzi di carta con i misteriosi geroglifici,e oltre all'articolo originale di Haydon, nessuna citazione dell'evento in qualsiasi altro giornale dell'epoca.
Per quanto riguarda il furto della lapide e del metallo dalla presunta tomba, nessuno sa con esattezza dove fosse localizzata e se effettivamente il furto sia mai avvenuto, di certo c'è che il cercatore di tesori che aveva rilevato il metallo sotto la lapide sparì senza lasciare tracce e questo non depone certamente a favore della sua credibilità.
In definitiva si può dire che si trattava di una bufala, anche se ancora oggi la vicenda viene citata come episodio dubbio, come se vi fosse ancora qualcosa da scoprire o fosse una vicenda sotto cover-up.
Rimane da capire il motivo per cui il mercante di cotone Haydon organizzò una simile burla e se in questo fu aiutato dal giudice Proctor, come qualcuno in paese aveva suggerito, magari perché temevano per il declino della loro città. Può essere anche che Haydon volesse provare a vedere se raccontava una grrossa frottola e riusciva a farla franca.
Se è così si può benissimo dire l'obbiettivo è stato centrato, in pieno.
Questi articoli sono stati estratti ed adattati dalla seguente fonte originale in lingua inglese.
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