Sono poche le figure storiche famose come Alessandro III di Macedonia, comunemente noto come Alessandro Magno, che divenne re dell'antico regno di Macedonia nel 336 a.C. all'età di 20 anni e creò uno dei più grandi imperi dell'antichità, che si estendeva dalla Grecia all'India nord-occidentale.
Le sue imprese e le sue conquiste sono state descritte da una moltitudine di scrittori al punto da farlo diventare una figura quasi leggendaria. Tra le tante storie che lo riguardano ce ne sono due che sembrano narrare incontri con oggetti volanti che oggi definiremmo UFO.
Il primo episodio sarebbe avvenuto nel 329 a.C., durante una campagna militare in Asia centrale; al calare della notte, mentre l'esercito di Alessandro Magno stava tentando di attraversare il fiume Iaxartes, oggi noto come Syr Darya, sarebbero comparsi "due grandi scudi d'argento, che sputavano fuoco intorno ai bordi" che avrebbero spaventato gli elefanti dei nemici, i cavalli dei macedoni e gli uomini di entrambi gli eserciti al punto da costringere gli eserciti alla ritirata ed a rimandare l'operazione al giorno successivo.
La fonte originale del racconto è lo storico macedone Aleksander Donski che lo ha riportato al famoso ricercatore e scrittore di UFO Frank Edwards che ha descritto l'episodio nel suo libro Stranger than Science (Più strano della scienza).
Quanto ci può essere di vero in questo racconto? Ben poco, lo storico Spencer McDaniel ha scritto: Edwards non cita alcuna fonte per nessuna di queste affermazioni ed è improbabile che ne abbia mai avute. La sua affermazione che l'esercito di Alessandro avrebbe visto "grandi scudi argentei splendenti" non trova riscontro alcuno in nessuna antica fonte storica e molto probabilmente è completamente inventata. Le fonti antiche sulle campagne di Alessandro menzionano sì gli "scudi d'argento", ma non in un contesto che potrebbe far pensare agli UFO.
Un secondo episodio, risalente più o meno allo stesso periodo, è stato riportato dall'ufologo italiano Alberto Fenoglio, e sarebbe accaduto nel 332 a.C., nel bel mezzo dell'assedio di Tiro, durante la campagna contro i Persiani.
Il racconto recita: "La fortezza non cedeva, le sue mura erano alte cinquanta piedi e costruite così solidamente che le armi degli assedianti non erano in grado di danneggiarle. Gli abitanti di Tiro disponevano dei più grandi tecnici e costruttori di macchine da guerra dell'epoca e intercettavano in aria le frecce incendiarie e i proiettili scagliati dalle catapulte sulla città. Un giorno, improvvisamente, apparvero sopra l'accampamento macedone questi 'scudi volanti', come erano stati chiamati, che volavano in formazione triangolare guidati da uno scudo molto grande, mentre gli altri erano più piccoli di quasi la metà. In tutto erano cinque. L'ignoto cronista narra che essi volteggiavano lentamente sopra Tiro, mentre migliaia di guerrieri di entrambe le fazioni stavano a guardarli con stupore. Improvvisamente dallo "scudo" più grande partì un lampo che colpì le mura, queste si sgretolarono, seguirono altri lampi e mura e torri si dissolsero, come se fossero state costruite di fango, lasciando la strada aperta agli assedianti che si riversarono come una valanga attraverso le brecce. Gli 'scudi volanti' si librarono sopra la città fino a quando non fu completamente presa d'assalto, poi scomparvero molto rapidamente, dissolvendosi presto nel cielo blu."
Anche in questo caso non ci sono fonti antiche conosciute per questo resoconto, per cui c'è da chiedersi quanto possa essere veritiero.
Ancora una volta, McDaniel fa un'analisi precisa del caso e dice: "L'unico passaggio antico che assomiglia anche solo vagamente a ciò che Fenoglio descrive si trova nelle Storie di Alessandro Magno 4.3.25-26 di Quinto Curzio Rufo. Scrive Curzio: "In effetti, [i Tiri] riscaldavano con molto fuoco scudi di bronzo che, riempiti di sabbia riscaldata e di terra bollente, lanciavano improvvisamente dalle mura della città. E nessuna piaga era più temuta di questa; infatti, quando la sabbia rovente penetrava tra la corazza e il corpo, nessun uomo riusciva a liberarsene e, tutto ciò che toccava, bruciava. E [i soldati], gettando via le armi e facendo a pezzi tutto ciò che poteva proteggerli, si esponevano alle armi nemiche, incapaci di reagire."
Prosegue McDaniel: "Suppongo che questo passo menzioni tecnicamente gli scudi volanti durante l'assedio di Tiro, ma gli scudi sono scudi reali, letterali, fatti di bronzo e 'volano' solo perché gli abitanti di Tiro li lanciano contro i soldati di Alessandro dalle mura della città."
L'assoluta mancanza di fonti storiche, e più in generale di qualsiasi evidenza o riscontro concreto, porta a pensare si tratti di un'invenzione o di un'interpretazione molto libera e distorta degli eventi storici;nonostante questo però la storia di Alessandro Magno e dei suoi UFO si è consolidata negli anni, e di tanto in tanto fa capolino nelle discussioni sugli avvistamenti di UFO nell'antichità (clipeologia).
Fonte: Mysterious Universe