Vulcano, da non confondere con il pianeta natale del Signor Spock della serie televisiva Star Trek, è un ipotetico pianeta del sistema solare la cui orbita sarebbe interna a quella di Mercurio e pertanto sarebbe il pianeta più vicino al Sole.
Nel 1860 il matematico francese Urbain Le Verrier, che insieme all'astronomo J.C. Adams aveva previsto l'esistenza di Nettuno, aveva affermato che il problema delle deviazioni dell'orbita di Mercurio rispetto a quanto previsto dai modelli matematici poteva essere spiegata ipotizzando la presenza di un pianeta intramercuriale o eventualmente di una cintura di asteroidi all'interno dell'orbita di Mercurio.
Un anno prima, nel 1859, Le Verrier aveva ricevuto una lettera da medico francese nonchè astronomo dilettante, il dottor Lescarbault, che riferiva di aver osservato una macchia nera rotonda sul Sole in data 26 marzo del 1859. A suo avviso si trattava del transito di un pianeta, dal momento che in circa un'ora ed un quarto la macchia aveva percorso un quarto del diametro solare. In base alle osservazioni di Lescarbault, Le Verrier aveva calcolato la sua orbita, determinando che impiegava 19 giorni e 7 ore per compiere una rivoluzione completa e la sua distanza media dal Sole era di circa 0,1427 unità astronomiche. Il diametro e la massa risultavano notevolmente inferiori a quelli di Mercurio, per la massa si parlava di circa 1/17 di quella di Mercurio e pertanto risultava troppo piccolo per spiegare le anomalie dell'orbita di Mercurio. Tuttavia Le Verrier ipotizzò che potesse anche essere il membro più grande dell'ipotetica cintura di asteroidi intramercuriali ed a questo nuovo ipotetico pianeta diede il nome di Vulcano.
In occasione dell'eclissi totale di sole del 1860 Le Verrier mobilitò molti astronomi francesi ed anche stranieri alla ricerca di Vulcano, ma le osservazioni non ebbero esito positivo.
Il 4 aprile 1875 un astronomo tedesco, H. Weber, vide una macchia rotonda sul sole; questo riaccese l'interesse per Vulcano che, secondo l'orbita teorizzata da Le Verrier, doveva transitare davanti al Sole proprio il 3 aprile di quell'anno. Inoltre questo "puntino rotondo" era stato osservato anche a Greenwich e a Madrid.
Durante l'eclissi totale del 1878 due osservatori affermarono di aver visto nelle vicinanze del Sole due piccoli dischi luminosi, secondo J.C. Watson, professore di astronomia presso l'Università del Michigan, potevano essere piccoli pianeti all'interno dell'orbita di Mercurio. Anche Lewis Swift, uno dei due scopritori della cometa Swift-Tuttle, vide un puntino luminoso che credette essere Vulcano, ma in una posizione diversa rispetto alle osservazioni di Watson. Tuttavia i pianetini osservati da Watson e Swift non erano nelle posizioni previste da Le Verrier.
In seguito nessuno ha mai più osservato Vulcano, nonostante diverse ricerche durante le eclissi totali, inoltre nel 1916 la pubblicazione della teoria della Relatività Generale da parte di Albert Einstein ha permesso di spiegare le deviazioni dell'orbita di Mercurio senza ipotizzare la presenza di un pianeta intramercuriale.
Rimane da capire cosa avevano visto Lescarbault ed in seguito gli altri osservatori durante le eclissi.
Lescarbault infatti non aveva alcun motivo per mentire ed anche Le Verrier gli credette senza riserve, pertanto è possibile che egli abbia assistito al transito di un asteroide relativamente vicino alla Terra; all'epoca l'esistenza di questi asteroidi era pressoché sconosciuta. Swift e Watson invece, nella fretta di ottenere informazioni durante l'esigua durata delle eclissi, potrebbero aver erroneamente scambiato alcune stelle per il pianeta Vulcano.
Vulcano è ritornato brevemente alla ribalta nel 1970 quando alcuni ricercatori pensarono di aver individuato diversi oggetti di debole luminosità vicino al Sole durante un'eclissi solare totale, ma è probabile che si sia trattato semplicemente di comete che transitavano in prossimità del Sole.
Attualmente nessuno pensa più che esista un pianeta interno all'orbita di Mercurio e l'ipotesi dell'esistenza di Vulcano è stata definitivamente accantonata.
Fonte Hypothetical Planets
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