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23/01/15

Grafico dei Long Delayed Echoes osservati l'11 ottobre 1928

I Long Delayed Echoes, abbreviati in LDE e tradotti in italiano in Echi di Lunga Durata, sono echi radio che ritornano al mittente alcuni secondi dopo che è stata inviata una trasmissione radio. Per la precisione, un eco radio si definisce LDE se ritorna indietro con un ritardo di almeno 2,7 secondi. Sulla loro origine vi sono diverse ipotesi scientifiche.
Questo fenomeno fu osservato per la prima volta nel 1927 dall’ingegnere civile Jørgen Hals nella sua casa vicino ad Oslo, in Norvegia. Hals aveva ripetutamente notato un secondo inaspettato eco radio che arrivava con notevole ritardo dopo che si era concluso l’eco radio primario della trasmissione. Non riuscendo a spiegare lo strano fenomeno, egli scrisse una lettera al fisico norvegese Carl Stormer, spiegando l'evento: “Alla fine dell’estate del 1927 ho ripetutamente captato i segnali radio ad onde corte trasmessi dalla stazione olandese PCJJ a Eindhoven ed allo stesso tempo ne ho sentito anche gli echi. Tuttavia, oltre alla solita eco principale con un intervallo di circa 1/7 di secondo, ne ho anche avvertita un’altra, più debole, circa tre secondi dopo la fine dell’eco principale. Questo segnale aveva una potenza tra 1/10 ed 1/20 del segnale principale. Per il momento non so dire da dove possa provenire questo eco, posso solo confermare di averlo realmente captato.”
Anche il fisico Balthasar van der Pol aiutò Hals e Stormer ad indagare sull’origine degli echi, ma a causa della natura sporadica di tali eventi ed alla variazione della durata dei ritardi, non riuscirono a trovare una spiegazione adeguata.
Dalle prime osservazioni del 1927 ai giorni nostri, nel corso degli anni sono stati sporadicamente ascoltati echi di questo tipo.
Aleksandr Grigor'evich Shlionskiy elenca 15 possibili spiegazioni naturali, suddividendole in due gruppi: le ipotesi che spiegano gli echi come riflessi del suono che avvengono nello spazio esterno e quelle che li spiegano come riflessi che si verificano invece nella magnetosfera terrestre.
R. J. Vidmar e F. W. Crawford suggeriscono che cinque di queste sono le ipotesi più probabili, Sverre Holm, professore di Elaborazione del Segnale presso il Centre for Imaging  dell'Università di Oslo, le dettaglia come segue.

Grafico di un LDE registrato nel 1977

Prima spiegazione: i segnali radio possono oltrepassare la ionosfera per poi essere canalizzati nella magnetosfera ad una distanza di diversi raggi terrestri verso l'emisfero opposto dove saranno riflessi sopra la ionosfera. Il tempo di andata e ritorno varia con la latitudine geomagnetica del trasmettitore ed è tipicamente nell'intervallo di 140-300 ms. Più a nord si trova la stazione e più grande è il ritardo. Tuttavia a causa del breve ritardo osservato, questo fenomeno non può essere considerato un vero e proprio LDE.
Seconda spiegazione, che attualmente è considerata la più probabile: i segnali radio rimangono intrappolati tra due strati ionizzati dell'atmosfera e da li continuano ad essere riflessi sino a quando, trovando un vuoto nello strato inferiore, non riescono a sfuggire verso la bassa atmosfera.
Terza spiegazione: i segnali radio interagiscono con onde di plasma provenienti dal Sole nella parte alta della ionosfera.
Quarta spiegazione: la riflessione è generata da nubi di plasma solare al di fuori dell’atmosfera.
Quinta teoria: due differenti segnali si possono combinare per generare un segnale di frequenza diversa che se interagisce con il plasma solare genera un eco di tipo LDE.
Nessuna di queste ipotesi però spiega il fenomeno in modo soddisfacente. Solo il primo meccanismo è ben definito, e nessuno degli altri quattro è abbastanza consolidato da meritare il termine "teoria". I fenomeni sono spesso fugaci e soprattutto non ripetibili, inoltre non è ancora del tutto chiaro come la magnetosfera interagisca con il vento solare.
Vi sono anche delle ipotesi alternative, alcuni infatti credono che gli LDE siano generati dalle aurore boreali dopo le tempeste solari, altri ancora che essi siano delle doppie riflessioni Terra-Luna-Terra (in inglese EME): il segnale viene riflesso dalla Luna, il segnale riflesso viene riflesso a sua volta dalla Terra, torna verso la Luna ed infine viene riflesso nuovamente verso la Terra.
Nel 1973 l’astronomo Ducan Lunan propose che gli echi radiofonici osservati da Stormer e Van der Pol nel 1928 avrebbero potuto essere le trasmissioni di una sonda Bracewell, un artefatto costruito da una civiltà extraterrestre che cerca di comunicare con noi facendo rimbalzare indietro i nostri segnali.
Infine, secondo il Dr. Volker Grassmann questi echi potrebbero essere semplicemente dei falsi, una specie di burla, dal momento che generare arbitrariamente segnali di questo tipo non è una procedura eccessivamente complicata da parte di un radioamatore esperto.

Fonte: Wikipedia
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01/12/14

Le fasce di Van Allen

Un team di scienziati dell’Università del Colorado di Boulder ha scoperto che la Terra è avvolta da un invisibile campo di forza paragonabile allo scudo dell’astronave Star Trek, che blocca i cosiddetti "elettroni killer" a circa 11.500 km sopra la Terra.
Questi elettroni, che viaggiano quasi alla velocità della luce, sono in grado di danneggiare le apparecchiature elettroniche delle navicelle spaziali e possono mettere in pericolo gli astronauti.
La scoperta dello scudo, che si trova nelle fasce di Van Allen, si deve al gruppo coordinato dal Professor Daniel Baker, direttore del Laboratorio di Fisica Spaziale ed Atmosferica dell’Università del Colorado di Boulder.
Le fasce di Van Allen possono essere descritte come due anelli di radiazione a forma di ciambella pieni di elettroni ad alta energia e protoni tenuti insieme dal campo magnetico terrestre.
“E’ quasi come se gli elettroni andassero ad infrangersi contro una parete di vetro nello spazio” ha detto Baker in un comunicato. “Questo scudo invisibile blocca gli elettroni quasi come gli scudi costituiti da campi di forza dell’astronave Star Trek respingono le armi aliene. Si tratta di un fenomeno molto enigmatico”.
Gli scienziati hanno scoperto un confine “estremamente netto” sul bordo interno della cintura di radiazioni più esterna che sembra impedire agli elettroni di avanzare oltre verso l’atmosfera terrestre.
Il team dell’Università del Colorado prima di questa scoperta riteneva che gli elettroni vagassero alla deriva negli strati superiori dell’atmosfera per essere poi spazzati via dalle molecole d’aria.
Negli ultimi anni gli scienziati hanno notevolmente migliorato la conoscenza delle fasce di Van Allen. Nel 2012, ad esempio, due sonde della NASA hanno scoperto che le fasce di Van Allen si modificano molto più rapidamente di quanto si pensasse con repentini cambi di energia e di distribuzione spazio-temporale delle particelle al loro interno.
Nel 2013 un gruppo, sempre guidato da Daniel Baker, ha scoperto che esiste un terzo anello transitorio tra le fasce interna ed esterna di Van Allen. Questa terza fascia appare e scompare in base al flusso di particelle proveniente dallo spazio.
Le fasce di radiazione prendono il nome dal celebre fisico dell’Università dello Iowa James Van Allen, che le scoprì nel 1958. Van Allen, che è universalmente considerato come il pioniere della ricerca spaziale magnetosferica, è scomparso nel 2006 all'età di 91 anni.
Un documento su questa ricerca è stato pubblicato il 27 novembre 2014 sulla rivista Nature.

Fonte: Fox News
1.12.14 No comments » by Admin
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